Taylor Swift, idolo delle teen agers e non solo, si racconta a “Io donna” «Le mie canzoni sono il diario della mia vita. Quando ho cominciato non avevo granché vita sociale, a scuola mi sentivo a disagio, ero isolata. Se non ero invitata a una bella festa scrivevo quel che provavo su un pezzo di carta con una canzone. Il mio modo di lavorare non è cambiato molto. In tutti questi anni, scrivere mi ha aiutato ad affrontare momenti di abbandono, a esprimere gioia, a curare il mal d’amore».
«Quando a tre anni imparavo a memoria tutte le canzoni dopo averle sentite una volta sola, i miei genitori erano, credo, un po’ spaventati. Poi ci hanno fatto l’abitudine». Con uno stile che mixa country e pop, Taylor Swift ha scombussolato modelli e generi diversi. A sette anni dal debutto ha venduto 26 milioni di album, e con i download delle sue canzoni ha incassato 75 milioni di dollari. È la numero uno nella categoria digitale tra i cantanti di ogni tempo. L’unico problema? I ragazzi, un po’ intimiditi da tanto successo: «È uno degli inconvenienti della vita che ho sempre sognato. Come sentir dire cose incredibili su di me, o vedere che molti usano i miei momenti difficili per riderci su. Ma ne vale la pena»