In un’intervista al settimanale OGGI, alla vigilia di tre anniversari importanti (30 anni di carriera, 50 candeline, 21 anni della raccolta fondi Trenta Ore per la Vita – dal 15 al 19 aprile sulla Rai, dal 20 al 26 su La7), Lorella Cuccarini parla dell’iniziativa benefica («Trenta Ore è stato il modo in cui sono rimasta coi piedi per terra anche negli anni in cui i lustrini avrebbero potuto farmi perdere il contatto con la realtà») ma anche della sua delusione per le prospettive che l’Italia offre ai giovani:
«Per gli studi che ha scelto mia figlia Sara andare all’estero era la soluzione ideale, ma anche per i miei tre figli più piccoli la prospettiva è quella. Fa male dirlo, ma qui per quanto tu possa insegnare a un figlio l’importanza dell’impegno e dello studio, lo vedrai sempre scontrarsi con una situazione in cui il merito non conta, non viene riconosciuto… Vorrei avessero delle prospettive, che le costruissero via da qui, magari per tornare, dopo. Perché vede, a furia di non veder riconoscere il proprio valore si inizia a dubitare di averne».
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