Anne Hathaway è stata la principessa indiscussa delle star, la più amata di Hollywood. Finché ha sacrificato la lunga e setosa chioma, preferendole una cortissima zazzera “alla Sabrina”. E ha conquistato l’Oscar (nel 2013) per il ruolo di Fantine in “Les Miserables“.
Da allora, addio Pretty Princess, il partito degli “Hathahaters”, gli odiatori di Anne Hathaway, ha rinfoltito le sue fila, a colpi di tweet e post al veleno. E lei? Ha reagito con il silenzio, si è allontanata dal red carpet, si è dedicata al marito (Adam Shulman, disegnatore di gioielli, sposato due anni fa), si è concentrata per il gran rientro.
Con ben tre film: “Rio 2”, in cui dà la voce al pappagallo Jewel, “Don Peyote”, e il fantascientifico “Interstellar”, al fianco di Matthew McConaughey. Perché la tenera Anne, come racconta a “Io donna”, ama le sfide condite da un sottile senso di paura. «Mi piace provare paura. In “Interstellar” ci sono alcune scene che sarebbero devastanti se accadessero nella vita reale. Non riesco a togliermele dalla mente e talvolta se ci penso faccio fatica ad addormentarmi…».
Un maschiaccio, insomma? «Sì, sin da piccola ero un po’ un maschiaccio. Mi piaceva arrampicarmi sugli alberi e saltare da grandi altezze, e oggi, così, faccio da sola i miei stunt: in “Batman” mi sono lanciata dal terzo piano di un edificio». E la moda dei capelli cortissimi che proprio Anne, prima fra le attrici (poi seguita da Jennifer Lawrence, Shailene Woodley e molte altre) inaugurò qualche anno fa? «Il “pixie cut” l’ha inaugurato Audrey Hepburn, io le sono solo andata dietro….».
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