Con l’iniziativa Rugby nei Parchi centinaia di bambini si avvicinano al rugby, uno sport “che fa bene” sotto tutti i punti di vista. Sette parchi metropolitani a completa disposizione di bambini e bambine che desiderano avvicinarsi al rugby e ai suoi valori. Milano, Segrate, Cernusco Sul Naviglio, Torino e Verona ospitano la quarta edizione di Rubgy nei Parchi.
Il gioco si fa serio. E sono i numeri a parlare. Solo in Lombardia si registrano 20.000 tesserati, circa il 20% dell’intero movimento italiano. Se si prende in considerazione Milano e provincia, il numero sfiora le 6.500 iscritti. Rugby nei Parchi 2015 ha infatti tutte le caratteristiche per diventare un happening importante, non solo sportivo, che coinvolge mini atleti e neofiti con le loro famiglie. Cinque città coinvolte, sette parchi aperti al divertimento.
Con Rugby nei Parchi, i più piccoli hanno la possibilità di avvicinarsi a questo sport e ai valori che veicola: il rispetto, la condivisione, la disciplina, la partecipazione, il divertimento.
Rugby nei Parchi è aperta a bambini e bambine di età compresa tra i 6 e i 13 anni. La formula dell’edizione 2015 di Ruby nei Parchi è la stessa consolidata dell’anno scorso e prevede due attività: una riservata ai neofiti, a tutti quei bambini che desiderano avvicinarsi giocando al rugby, l’altro invece dedicato a chi giàgioca, che offrirà mini tornei e raggruppamenti per categoria.
Le attività nei parchi saranno curate dai club che abitualmente lavorano sul territorio delle città coinvolte: Cus Milano Rugby, Cus Torino Rugby, Cus Verona Rugby, Cernusco Rugby, e saranno totalmente gratuite. Aspetto fondamentale, visto l’impegno e la qualità del servizi. Le bambine e i bambini, dai 6 ai 13 anni, dovranno essere accompagnate almeno da un genitore. All’iscrizione riceveranno la t-shirt di Rugby nei Parchi, oltre a regali e giochi, e potranno partecipare al caratteristico terzo tempo rugbistico, che nel caso di Rugby nei Parchi sarà una merenda offerta da Coop Lombardia a base di frutta fresca, succhi e snack di qualità.
Il Rugby: uno sport che fa bene
“I vantaggi della pratica sportiva sono evidenti e per ottenerli bisogna far sì che i bambini possano praticare attività sportiva divertendosi, in un ambiente sano, e soprattutto all’aria aperta, in un contesto di verde cittadino che questa manifestazione promuove come luogo di incontro per le famiglie. I bambini devono essere trattati con dignità, allenati da persone competenti, misurandosi con giovani di pari forza in competizioni adatte, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza, con giusti tempi di riposo e con l’importantissimo diritto di non essere dei campioni come ben evidenziato nella “Carta dei diritti dei bambini nello Sport”, dichiara Pierluigi Aliprandi, Direttore U.O.C. Medicina III e IV H Rho A.O. G. Salvini. “Nel rugby in particolare si incoraggiano gli avversari prima di giocare e li si applaude al termine della partita, non si esce dal campo tra un tempo e l’altro, si resta lì e si beve il te insieme agli altri e dopo, vinto o perso che si abbia, si organizza il terzo tempo e si sta insieme. Il tipo di legame che si crea dura per tutta la vita e ogni giocatore tende a ricrearlo in ogni ambito, famigliare, lavorativo, ricreativo in cui si trova con buoni risultati in termine di aggregazione sociale. I ragazzi che giocano a rugby si ritrovano senza neppure accorgersene a rispettare gli orari, i compagni, il capitano, gli allenatori e, cosa essenziale, gli avversari”.